Vale la pena spendere due parole su questo gioiello nostrano. Vino che rimane in cantina per 6 anni e subisce un processo di vinificazione tradizionale (non prima di aver visto scartati singolarmente e manualmente gli acini d’uva non perfetti). Caratteristica non irrilevante: viene prodotto solo nelle annate che presentano una qualità estrema delle uve.
Ma se la Toscana è l’indiscussa regina di questa premiazione (oltre alla medaglia d’oro incassa anche quella di bronzo con l’eccellente Bolgheri Sassicaia del 2013 della Tenuta San Guido), merita una nota particolare la bottiglia presentata, e premiata con la medaglia d’argento. Si tratta di un Bianco Fiorduva Costa d’Amalfi Furore del 2014, prodotto dalle Cantine Marisa Cuomo: un vino che nasce da vitigni sdraiati sulle rocce a picco sul mare del Golfo d’Amalfi. Il Fiorduva è un vino che potremmo definire “eroico” per le condizioni in cui riesce a nascere e svilupparsi, un prodotto che sa di mare e montagna, che ha il colore dell’oro e il profumo del sole. Si tratta di uve surmature (che subiscono cioè un parziale appassimento sulla pianta stessa, in modo da ottenere una carica zuccherina maggiore) che fermentano alla temperatura di 12°C per circa 3 mesi in barriques di rovere.
La premiazione è stata occasione per altre regioni di mostrare le eccellenze che corrono lunga tutta la nostra penisola. Merita una menzione speciale il Piemonte, che tra Barolo e Langhe Riesling si aggiudica ben 10 premi sui 50 disponibili.
Insomma, vendemmia dopo vendemmia, c’è chi riesce a preservare, e volte rilanciare, le tradizioni enologiche del proprio territorio e dell’Italia tutta; etichette antiche insieme a vini da poco arrivati sul mercato o recentemente riscoperti, tutti insieme nel pantheon dei grandi vini italiani. Che il vino sia semplice o sanguigno, schietto o di carattere, genuino od originale, ricordiamo il grande Federico Fellini, che amava il cinema tanto quanto un buon bicchiere di vino: “Un buon vino è come un buon film: dura un istante e ti lascia in bocca un sapore di gloria; è nuovo ad ogni sorso e, come avviene con il film, nasce e rinasce in ogni assaggiatore”.