Oggi A Tavola vi porta in giro per San Gregorio Armeno, un quartiere napoletano che sembra essersi fermato nel tempo. La vostra visita non può che iniziare con una colazione da Scaturchio, pasticceria napoletana nata nel 1905 da Giovanni Scaturchio, calabrese d’origine, che decise di iniziare la sua attività nel pieno cuore del centro storico di Napoli, a piazza San Domenico Maggiore. Qui vi potete fermare un caffè e una sfogliatella, rigorosamente riccia, oppure optare per un classico del bar: il ministeriale. Questo è un medaglione al cioccolato fondente ripieno di una crema al liquore, fatto con un ricetta segreta che da anni si tramanda nella famiglia.
Dopo la colazione è tempo di mettervi in marcia verso la vostra meta: San Gregorio Armeno, la via dei presepi. Proseguite dritto e percorrete la via dal nome poetico di San Biagio dei Librai, così chiamata per il santo a cui era dedicata una piccola chiesa che nasceva sulla via, ormai chiusa da tanti anni. “Dei Librai” perché in questa via si esercitava l’arte dei maestri librai: lo stesso Giambattista Vico, che passò la sua infanzia al numero 31, si impratichì di questa arte nella piccola bottega del padre sottoposta alla casa.
Troverete sulla destra la Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo e, avanzando tra bancarelle che vendono bottoni e corni porta fortuna, sulla vostra sinistra potrete ammirare la salita della famosa via dei presepi. Questa è uno degli stenopoi tipici dell’architettura greca che caratterizzano tutto il centro storico di Napoli. Stenopos, chiamato comunemente cardine, perché collega i due decumani: quello maggiore, via dei Tribunali, e quello inferiore, chiamato Spaccanapoli, perché, letteralmente, spacca in due la città.
L’origine della via dei presepi sembrerebbe essere più antica di quella che riusciamo a immaginare: nell’epoca classica sarebbe sorto nella strada un tempio dedicato a Cerere, dea del focolare, alla quale i cittadini offrivano come ex voto delle statuine di terracotta. Il presepe napoletano sarebbe nato poi più avanti, nel Settecento.
Le botteghe che sorgono per tutta la stradina sono aperte durante tutto l’anno ma è sotto il periodo natalizio che risplendono al loro meglio. Qui potrete trovare tutto l’occorrente per il vostro presepe e non solo: un pezzo di Napoli è racchiuso in quei negozietti, dal sughero che diventa capanna al piccolo pastore, tutto ci ricorda un tempo in cui niente andava sprecato e ogni carta trovata per caso poteva contribuire alla costruzione di una piccola casetta. C’è il negozio che ogni anno prepara il suo nuovo pezzo con il personaggio del momento o dell’anno, da papa Francesco a Belen Rodriguez oppure chi a Napoli ha lasciato la voce, come la statuetta del cantante Pino Daniele. C’è il negozio con i personaggi di tutte le forme e dimensioni, dal “dormiente” allo iettatore, per un presepe di tutte l’altezze. C’è anche chi lavora en plein air per lasciarsi guardare sotto gli occhi curiosi dei turisti.
Poco prima della fine della salita è d’obbligo la visita alla chiesa di San Gregorio Armeno, che sarebbe stata edificata sopra le rovine del tempio di Cerere, conosciuta anche come la chiesa di Santa Patrizia per via delle spoglie della Santa custodite all’interno. Continuate a salire e imboccherete Via dei Tribunali in tempo per l’ora di pranzo. Qui avrete solo l’imbarazzo della scelta: c’è la Pizzeria Dal Presidente, chiamata così perché un giovane Bill Clinton ne fece sede per un suo pranzo, c’è Di Matteo, dove è un must la pizza fritta e c’è Sorbillo, la pizzeria che è salita alle cronache per il suo motto “anti-lega” e per il suo cornicione che esce fuori dal piatto.
La vostra visita di questo “spaccato” di Napoli è finita, ma non è finita la città: ci sono molti altri posti dove mangiare, guardare e da vivere che stanno aspettando solo di essere riscoperti.