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Pescaria. Quando la moda del fish bar non è solo moda

Basta sfilarsi da via Toqueville e corso Como, un angolo tra i più modaioli di tutta la città, per ritrovarsi,in qualche minuto, tra i palazzi grigi e taciturni di via Bonnet. Qui ha aperto il Pescaria, un nuovo fish bar che porta nel capoluogo meneghino la tradizione pugliese in chiave creativa.

Quello di Pescaria, che porta il nome del gemello di Polignano a Mare, è anche uno dei fenomeni di comunicazione in ambito food più riusciti in Italia dalla comparsa dei social. Ancor prima che la sede milanese aprisse, contava già quasi 90.000 like su facebook, un record conquistato a suon di golosissime foto, una lunga attesa per l’inaugurazione rimandata (ad arte?) più volte. Questo aspetto, la location, il dj set dell’inaugurazione possono far pensare che si tratti di un nuovo locale fashion e, in un certo senso, è così: la scelta della posizione, l’impeccabile arredamento bianco e blu che ricorda tanto il mare, l’ampia cucina a vista che sforna piatti e piattini pronti ad essere immortalati e pubblicati su Instagram, rendono chiara l’intenzione di proporsi al pubblico giovane e benestante (o quantomeno pronto a spendere) da cui la zona è abitata ad ogni ora del giorno e della notte.


Ciò che però colpisce è che Pescaria non si ferma a questo e offre un menù di grande qualità in cui il gusto non manca mai. E come potrebbe con uno cuoco come Lucio Mele, chef di Manfredonia con esperienze nelle cucine di Claudio Sadler e Alfonso Iaccarino? «Certo, abbiamo pensato ad un menu che potesse incontrare il gusto della clientela, ma alla base c’è davvero la tradizione della Puglia più genuina», spiega lo chef, «I panini colmi di tartare che tanto hanno spopolato sui social nella loro versione arricchita di qualche salsa, sono gli stessi che a Polignano si mangiano nella loro versione più raw di solo pane e pesce crudo».

E in effetti il crudo qui la fa un po’ da padrone, sia in purezza che con il pane.

Dall’altro lato c’è il fritto che perde un po’ in estetica ma stravince nel sapore: quello incredibilmente asciutto di cozze e ancora il piatto più riuscito e, nella sua semplicità, difficile da trovare a Milano: il polpo fritto, anche lui servito da solo o nel panino. La sala piccola e le molte sedute (ora sgabelli, ora sedie new vintage di formica colorata) non suggeriscono certo al cliente una cena slow, ma se i professionisti di Gae Aulenti o i giovani in attesa di entrare in disco hanno voglia di mangiare bene (e con prezzi onesti), l’indirizzo è quello giusto: via Bonnet 5. 
Pescaria Milano
Via Bonnet 5 
Milano 
Aperto dalle 12:00 alle 00:00
Per prenotazioni: 02 659 9322
Sito web: Pescaria Milano 

 

 

Dolcissimamente
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