Iniziamo parlando della grande differenza, l’elefante nella stanza: gli orari. Nell’orario standard in cui una famiglia del Nord si mette a tavola, quella del Sud ha appena scelto di che colore mettere la tovaglia.
Sembrerebbe che ci siano scuole di pensiero sul “quando”: 24 o 25 dicembre? Al di là delle motivazioni religiose questo varia da famiglia in famiglia…e secondo noi da quando lo “chef” in famiglia ha tempo di organizzarsi!
Superato questo step, partiamo dall’inizio e quindi…
Antipasti
Tramezzini di salmone con burro, o semplicemente pane bianco con sopra salmone: sembrerebbe che sul ripiano antipasti siano tutti d’accordo. Come a dire, iniziamo con il piede giusto. Il salmone è un must nella cena di Natale e riempie le pance di tutti.
Primo:
Qui iniziano le prime rappresaglie, una vera e propria separazione. Per la famiglia del Nord non è Natale senza i tortellini (o cappelletti) in brodo. Il calore, il tempo e la preparazione si racchiude in una ricetta lunga e metodica.
Al Sud…spaghetti evvongole, detto proprio così. Una ricetta che sporca, con una lunghissima preparazione che per 3/4 sono vongole da pulire.
Notiamo già un carne vs. pesce, ma andiamo avanti…
Secondo:
O meglio, il secondo scoglio. Partiamo dal numero: per il Sud non è il secondo ma i secondi. Il capitone alla griglia, stile bbq già dagli anni trenta, da fare fuori al terrazzo, con la nonna che rischia il ricovero con la bronchite ma “altrimenti puzza tutto dentro”; il baccalà, fritto, che è l’unico pesce che si mangerà quello “screanzato” di tuo figlio che, dopo una giornata a cucinare, per ringraziarti dirà “Buono, è proprio come quelli Findus!”. Ecco, appunto.
Le famiglie più hardcore vanno sull’impepata di cozze, altrimenti, spigola per tutti comprata dal pescivendolo di fiducia, insieme al capitone, la mattina presto. Capitone che arriverà vivo in casa vostra, causando scompensi nella suddetta povera nonna, e per il quale dovrete trovare il modo di porre fine alle sue sofferenze (del capitone, non della nonna).
Al nord nel frattempo siamo arrivati alla grappa che conclude il pasto ma, per amor di cronaca, ritorniamo alle due ore precedenti mentre si serve il cappone il cui brodo ha condito i tortellini. Il cappone ripieno è l’irrinunciabile, talvolta sormontato dal tacchino, ma è nella farcitura che si nasconde il segreto che passa da famiglia in famiglia. Dal purè, con contorno di patate alla pearà simile al purè ma fatta con (indovinate) il brodo.
Contorno:
Nord: non pervenuti. Immaginiamo brodo e insalata (?).
Sud: ecco arrivare il meglio, il pezzo grosso, il vero protagonista della tavola di Natale…l’insalata di rinforzo.
Ci sono leggende su questo piatto, di un tempo in cui era molto apprezzato, ma nemmeno chi lo racconta ha il coraggio di credere a questa diceria. Questa unione di cavolo, sottaceti e olive troneggia sulla tavola di ogni napoletano che si rispetti. Il significato storico ora ci è chiaro: “di rinforzo” perché serviva a rinforzare quella cena che altrimenti sarebbe risultata un “magro” accostamento di pasta e pesce. Il significato moderno è che solitamente piace a una sola persona per famiglia ed è quella persona che la rifà ogni anno.
Dolci, caffè e ammazzapersone:
Panettone con mascarpone o pandoro con mascarpone. Il panettone è un tipico dolce milanese, fatto rigorosamente con ricetta tradizionale. C’è chi lo preferisce con canditi, con marron glacé o con gocce di cioccolato ma è un classico non si abbandona…e non perdona. Perché tutti sanno che mangiate panettone a Natale e il risultato sarà averne in casa fino a Pasqua, dove tenterete un salvataggio in extremis trasformandolo in una colomba. Nessun se ne accorgerà perché sarete tra simili, buona pasqua e nessuno assaggi i dolci di nessuno.
Struffoli, i sannacchiutuli o saddcchiudr, chiamati in mille modi ma continueranno a essere il numero uno dei dolci natalizi. Ricoperti di miele con “spaccadenti”, amati da tutti: il dolce per eccellenza.
Ancora: cassata, alla napoletana, ricoperta di nastro verde di pistacchio e con la frutta candita che vostra nonna conserva ogni anno perchè “nessuno la mangia e si conserva”. Cassata alla siciliana, mostaccioli, ingannevoli dolci al cioccolato che riservano una visita dal dentista come sorpresa, rococò…potremo andare avanti per un po’. Concludiamo con la pastiera, presente sulle tavole natalizie di molti napoletani…e su quelle pasquali. Ricordate il panettone del Nord? Questa è la pastiera del Sud che somiglia tanto a quella che avete aperto insieme all’uovo lo scorso aprile….e buon Natale!