×

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 930

Stampa questa pagina

Nuove Guinness®: un ritorno al futuro

Scritto da

guinness, birra, irlanda, porter

Come direbbe il dottor Emmett Brown (più noto come “Doc”) di “Ritorno al futuro”, a volte bisogna tornare “indietro nel futuro”. È l’esperimento di successo messo in moto a Dublino, al St. James Gate, casa di una delle birre più apprezzate al mondo: la Guinness.

La Dublin Porter e la West Indies Porter sono le due nuove birre presentate per la prima volta in Italia in occasione della serata “GUINNESS® Explore the Extraordinary”: un viaggio tra sapori e profumi guidato dall’esperto brewer Will Keating, arrivato direttamente da Dublino.

guinness, birra, irlanda, porter

Un ritorno al futuro appunto, perché nel piccolo birrificio celato all’interno del più famoso St. James Gate, sei birrai hanno ricevuto licenza di riscoprire le ricette storiche scritte nei libri dei mastri birrai di casa Guinness. La Dublin Porter, birra a bassa gradazione (3,8%) al naso rivela note di toffee e luppolo, con un gusto morbido e dolce abbinato a note di malto e caramello scuro. La West Indies Porter si presenta invece più intensa e con una gradazione maggiore (6%); ha un alto contenuto di luppolo, un gusto complesso e saporito, luppolato ma morbido, con note persistenti di caramello, caffè e cioccolato.

Due birre nate (meglio, rinate) dopo aver accompagnato lavoratori, viaggiatori e uomini d’affari. La Dublin Porter era infatti la birra della working class dublinese di fine ‘700, mentre la West Indies Porter, come suggerisce il nome, aveva il compito di sostenere i lunghi viaggi di avventurieri e uomini d’affari nel Mar dei Caraibi all’inizio del 1800.

Pochi ma essenziali gli ingredienti che fanno di queste Guinness birre “made of more”. A partire dall’elemento principe, l’orzo tostato che conferisce alla birra il suo caratteristico color rubino e l’aroma unico. Ma non si può dimenticare il luppolo: in un bicchiere di Guinness se ne trova circa il doppio rispetto al normale. I lieviti mettono in moto la magia, e ogni brewer sa che deve averne cura per un semplice motivo: no yeast, no beer, no party! Infine, l’acqua utilizzata a St. James Gate: quella purissima che sgorga dalle Wincklow Mountains.

La fermentazione della birra dura 7 giorni e, terminato questo periodo, passa attraverso 500 controlli qualità prima di ricevere “il permesso” da parte delle uniche 23 persone al mondo certificate di girare i pub irlandesi e il resto del mondo.

Ultimi da